Il Modello Social Farm (“fattoria sociale”) si propone di avviare e sviluppare piccole imprese agricole basate sulla metodologia Grameen per rispondere alle esigenze economiche, ambientali e sociali del territorio e contrastare il problema dello spopolamento delle aree rurali.
Come? Attraverso:
Come è noto, il fenomeno dello spopolamento comporta l’indebolimento delle attività economiche – come l’agricoltura, l’allevamento e il turismo – che nei contesti rurali trovano la loro vocazione più naturale. Inoltre, espone il territorio a pericoli ambientali (incendi, instabilità idrogeologica, negligenza paesaggistica) che interessano l’intera comunità. Infine, dal punto di vista sociale, lo spopolamento rende più costosi alcuni servizi essenziali per i cittadini come il trasporto, le comunicazioni, la salute.
Per affrontare il problema, la Politica Agricola Comune (PAC) ha individuato diversi cicli di misure specifiche, istituendo fondi che possono contribuire alla sostenibilità del progetto Social Farm.
Grameen Italia ha deciso di sperimentare il Modello Social Farm nella provincia di Bologna.
Obiettivi:
Gli elementi distintivi e definitori del Modello Social Farm sono:
La metodologia e il brand
Il Modello Social Farm prevede inizialmente l’inserimento dei potenziali beneficiari del programma di microcredito in un percorso di formazione tecnica (tirocinio extracurriculare o stage) orientato ad acquisire competenze specifiche sulla gestione di imprese di tipo agricolo o zootecnico.
La formazione tecnica è offerta dai molteplici partner distribuiti sul territorio (aziende agricole, cooperative, Università di Bologna) e consente ai beneficiari di specializzarsi nella gestione di attività agricole innovative (orticoltura, apicoltura, coltivazione della canapa ecc.).
Al termine di questa fase i beneficiari sono coinvolti da Grameen Italia in un percorso di formazione imprenditoriale (“training di Gruppo”) allo scopo di sviluppare l’idea di impresa ed elaborare il relativo business plan.
La documentazione prodotta durante il training viene analizzata da un’istituzione abilitata all’erogazione del microcredito che valuta, in fase di istruttoria, l’ammissibilità della domanda.
Una volta approvata la domanda, Grameen Italia accompagna i neo-imprenditori durante l’intero processo di sviluppo dell’impresa e restituzione del credito.
La Social Farm può essere avviata grazie all’utilizzo di beni e/o terreni messi a disposizione dai partner (ad es. comodato d’uso). In alternativa, le attività produttive del neo-imprenditore possono integrarsi in aziende agricole già esistenti, bisognose di migliorare le capacità produttive.
La qualità dei beni e degli alimenti prodotti dalle micro-imprese avviate grazie ai programmi di microcredito sarà garantita dal brand “Grameen Social Farm”. I ricercatori dell’Università di Bologna verificheranno e certificheranno gli standard di qualità e le caratteristiche dei prodotti meritevoli del brand.
Non solo: “Grameen Social Farm” sarà sinonimo di processi produttivi innovativi, alta tecnologia sociale e filiere produttive di qualità. Assicurerà ai consumatori locali alimenti salutari e nutrienti, coltivati nel rispetto dei lavoratori, dell’ambiente e della tradizione territoriale.
Infine, le imprese generate e i partner di progetto saranno invitati a partecipare alla costruzione di una vera e propria “Comunità Social Farm”: una rete di organizzazioni interessata a diffondere l’iniziativa in altri territori e a potenziare la capacità di inclusione sociale del Modello Social Farm.
La prima Social Farm
L’inaugurazione del progetto fattoria Solidale, a Ozzano dell’Emilia, è stata onorata dalla presenza di S. Ecc. l’Arcivescovo di Bologna
Matteo Maria Zuppi e dal Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini (11/11/2016).
Una prima applicazione del Modello Social Farm nasce grazie alla collaborazione tra Fondazione Grameen Italia, il Dipartimento di Scienze Veterinarie e di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna, le Acli provinciali, l’Associazione Vet for Africa e il Comune di Ozzano dell’Emilia.
Il Dipartimento di Scienze Veterinarie ha avviato a partire da maggio 2016 un percorso di tirocinio extracurriculare per due studenti richiedenti asilo. Il tirocinio di durata annuale, finanziato dall’Associazione Vet for Africa, è stato attivato con l’intenzione di trasmettere ai due studenti tecniche di base per l’avvio e la gestione di attività di tipo zootecnico: un allevamento di piccoli ruminanti con produzione di latte.
Oltre alla formazione tecnica, i destinatari beneficiano anche di una formazione di tipo imprenditoriale che li supporta nell’elaborazione di un business plan sostenibile e di successo.
Al termine del percorso formativo i due beneficiari sono stati inseriti nel programma di microcredito progettato ad hoc per avviare un’attività imprenditoriale autonoma.